La PCR (il cosiddetto "tampone molecolare") è ad oggi il test di riferimento per testare la presenza del Covid19 sulla mucosa nasale. Tale test, estremamente sensibile, ha però alcuni difetti molto rilevanti, particolarmente nel corso di una pandemia globale come quella che stiamo attraversando:
I laboratori capaci di gestire questa metodica risiedono unicamente nelle strutture ospedaliere più grandi e questo comporta tempi di trasporto dei tamponi dal territorio al laboratorio che allungano i tempi di risposta, oltre a generare dei "colli di bottiglia" che nelle fasi di maggior affollamento rendono impossibile attuare delle efficaci politiche di tracciamento dei contatti basate su questa metodica.
La PCR amplifica il materiale genetico per un determinato numero di cicli. Quando i cicli di amplificazione diventano numerosi (tamponi blandamente positivi) è possibile che si identifichi come positivo un paziente in fase post-infettiva (che porta sulle mucose ormai solo poche particelle virali). In tal caso si rischia di porre in isolamento fiduciario un paziente non più contagioso, con ingiustificate conseguenze sul piano economico per il paziente stesso (ma anche per il Paese).
Il tampone antigenico, estremamente meno sensibile della PCR, ha invece il pregio di essere molto economico (5-10 euro a tampone) ed eseguibile direttamente sul territorio, garantendo risposte molto veloci ed efficienti. Il limite della metodica sta nella sensibilità, come ben sintetizzato nella foto sopra riportata (estratta da New England Journal of Medicine), che fa sì che i pazienti presintomatici (a quanto pare estremamente contagiosi) possano con facilità non essere diagnosticati tempestivamente con la metodica.
Tampone antigenico o PCR, quindi? Non è facile rispondere alla domanda. Per dare risposte celeri ai grandi numeri della pandemia è inevitabile dover ricorrere al tampone antigenico, seppur così facendo si perda in sensibilità e ci si lasci sfuggire qualche caso. Non riuscire affatto a garantire un tampone di maggior sensibilità (la PCR) non migliorerebbe l'efficacia delle politiche di tracciamento.
Fonte: https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMp2025631?query=C19&cid=DM99909_NEJM_Registered_Users_and_InActive&bid=272694148
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