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  • Immagine del redattoreFulvio Floccari

Empaglifozin: confermata la riduzione di mortalità anche tra i pazienti con scompenso cardiaco


Il recente congresso della Società Europea di Cardiologia ha visto presentare in anteprima i dati dello studio EMPEROR-Reduced Trial.

Si tratta di uno studio randomizzato ed in doppio cieco (standard di qualità molto elevato) che ha arruolato 1863 pazienti affetti da scompenso cardiaco a ridotta frazione di eiezione (HFrEF) ad assumere empagliflozin e 1867 pazienti nel gruppo placebo.

Questi i principali rilievi:

  1. Il farmaco ipoglicemizzante ha dimostrato una netta riduzione dell'end point combinato "morte da cause cardiovascolari/ricovero per scompenso cardiaco" (intervallo di confidenza per l'hazard ratio compreso tra 0.65 e 0.86).

  2. L'effetto protettivo dell'empaglifozin sembra prescindere dalla presenza o meno di diabete nei pazienti trattati.

  3. Il declino della funzione renale (GFR) è stato estremamente più lento nel gruppo trattato con empaglifozin (–0.55 ml/min per anno) rispetto al gruppo placebo (–2.28 ml/min per anno), con un rischio più basso di sviluppare insufficienza renale severa.

  4. Le infezioni non complicate delle vie urinarie si confermano un fenomeno frequente tra i pazienti trattati con empaglifozin (farmaco che aumenta la concentrazione di zucchero nelle urine).

L'Empaglifozin si conferma un farmaco estremamente interessante, che probabilmente avrà in futuro un utilizzo che andrà al di là della "semplice" gestione della glicemia nel diabetico.

Link al lavoro sul NEJM.

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