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  • Immagine del redattoreFulvio Floccari

Integratori multivitaminici: davvero utili a chi ha una dieta varia?


Durante i mesi estivi in molti iniziano ad assumere integratori multivitaminici senza prescrizione medica. Il mercato italiano di questi prodotti è arrivato così a sfiorare i 4 miliardi di euro di fatturato nel solo 2019.


Il fenomeno non è esclusivamente italiano, e altri Paesi lo vivono in maniera ancora più estesa del nostro. Si pensi alla Svezia che vede un consumo di integratori nel 51% della popolazione o della Corea del Sud che ha un consumo diffuso al 30% degli abitanti.


Ma a chi e a cosa serve assumere un integratore multivitaminico?


Fatta salva l'effettiva necessità di correggere eventuali documentate carenze vitaminiche, (particolarmente in chi ha subito interventi di chirurgia gastrointestinale o sta seguendo un regime dietetico molto stringente), nella maggioranza dei casi questa integrazione non ha alcuna utilità. Lo ricorda una recente review apparsa sul British Medical Journal.


Diversi trial recenti hanno infatti indagato eventuali effetti benefici dell'integrazione con vitamina D, A o acido folico sul rischio cardiovascolare, su quello di osteoporosi o di neoplasia non dimostrando significativi effetti benefici.


L'integrazione multivitaminica, quando non necessaria, sembra quindi non avere alcuna utilità.


In qualche caso, particolarmente quello della vitamina A, si è addirittura documentato un incremento del rischio di sviluppare un tumore al crescere delle dosi di questa vitamina. Anche la supplementazione di acido folico, per tempi prolungati ed ad alto dosaggio, sembra incrementare il rischio di adenomi del colon, anche se quest'ultimo risultato non appare molto convincente.


Un argomento estremamente interessante è la vitamina D. Nella complessa famiglia degli integratori di questa vitamina includiamo prodotti che vanno dal colecalciferolo (divenuto rapidamente uno dei farmaci più prescritti in Italia) che rappresenta la vera e propria vitamina D alimentare, all'alfacalcidiolo (forma parzialmente attivata della vitamina D che andrebbe riservata ai pazienti che hanno insufficienza epatica), per arrivare al calcitriolo (un vero e proprio ormone attivo, il cui utilizzo andrebbe riservato a mani esperte visto il rischio elevato di indurre ipercalcemia e calcolosi renale).


Anche in questo caso l'utilizzo corretto della vitamina D in tutte le sue forme, lì dove abbia effettiva indicazione, è ovviamente da ritenersi corretto e sicuro, ma una integrazione sistematica e senza indicazione razionale può avere conseguenze deleterie sulla salute.


Insomma, se l'estate ha portato con sé una spiacevole mancanza di forze, prima di pensare ad un integratore multivitaminico, valutiamo bene insieme eventuali altre cause di astenia quali la carenza di ferro, l'anemia o l'assunzione di terapia antipertensiva divenuta eccessiva a causa del caldo estivo. Non necessariamente la supplementazione vitaminica è utile, necessaria ed innocua.

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