L'ultimo numero di Journal of American of Nephrology riporta una notizia interessante per i nefrologi e per i pazienti affetti da nefropatia cronica: le apnee notturne peggiorano la prognosi della malattia renale cronica.
Lo studio ARIC ha coinvolto 1525 partecipanti per ben 19 anni. Gli Autori hanno adoperato l'indice di apnea/ipopnea, espresso come numero di eventi/ora, per "stratificare i pazienti per gravità della sindrome da apnee notturne. Ebbene: al peggiorare di tale indice aumenta il rischio di sviluppare una malattia renale cronica di stadio superiore al 3 NKF (quindi con un filtrato glomerulare stimato <60 ml/min).
Lo studio non è esente da un bias rilevante: le apnee notturne sono una caratteristica dei pazienti obesi e l'obesità è un potente fattore di rischio per la progressione della malattia renale cronica.
Le apnee notturne, che aumentano il rischio cardiovascolare (rischio di andare incontro ad ictus o infarto cardiaco) e peggiorano il controllo pressorio, trovano proprio nell'obesità una delle cause più frequenti. Il paziente obeso, che russa in maniera molto rumorosa e che durante il sonno smette di respirare per qualche secondo, lamentando spesso mal di testa al risveglio, è bene che esegua una polisonnografia, per quantificare il numero e la gravità delle apnee notturne alle quali va incontro.
La ventilazione meccanica a pressione positiva continua (in inglese CPAP, acronimo di Continuous Positive Airway Press ) può migliorare grandemente la sintomatologia e ridurre il rischio cardiovascolare di questi pazienti. Occorrerà dimostrare a questo punto se questa tecnica sia capace anche di rallentare, in questi pazienti, la progressione della malattia renale.
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